lunedì 11 ottobre 2010

compagni di scuola

Uno degli effetti più evidenti del dilagare di  Facebook sono stati gli incontri tra vecchi compagni di scuola, di militare o di quartiere. Situazioni simili le avevamo viste nei telefilm americani degli anni settanta/ottanta dove di solito la protagonista doveva incontrare i compagni di college piena di paure, perchè credeva di essere l'unica a non essersi sposata o laureata o invecchiata. Situazioni ridicole ed imbarazzanti che spesso sfociavano poi nell'autocompiacimento di chi non è famoso ma ha ottimi amici o una splendida famiglia, e che tutto sommato porta al meglio gli anni che sono passati.
Qui da noi non eravamo poi così abituati a questi ritrovi. Forse perchè non ci spostavamo molto dal quartiere di nascita e quindi non c'erano grosse sorprese sugli ex compagni: sapevi chi si era sposato quando e come l'avevano presa i genitori. Grazie a portinaie o mamme che parlavano con le portinaie, si era aggiornati (spesso malgrado noi) degli eccezionali successi nel lavoro di quello che tiricorditornavatedascuolainsieme, oppure sull'ottimo matrimonio di quella che suamammaeratantogentileconte.
Insomma si poteva anche far finta di niente, millantare ricordi che non c'erano più o liquidare il tutto con un bel "echissenefrega".
Ma oggi non si scappa il messaggio arriva con "perchè non ci troviamo tutti noi della classe 3°H?". Per non parlare del rinascere di storie d'amore faticosamente dimenticate che rispuntano non direttamente ma dagli "amici di X che potresti conoscere".Certo che lo conosco ma perchè è amico suo e mio no?
Devo dire però che mi è capitata invece una situazione molto piacevole e che mi ha riportato alle mie radici obbligandomi a capire quanto sono importanti per me. Sempre per il solito meccanismo del solito social network ho partecipato ad un incontro con i compagni (1 solo uomo per la verità) delle elementari. Conosciuti quindi 40 anni fa. Mi han presa tutti in giro quando l'ho detto. Ma invece le aspettative al solito sono andate deluse. In bene questa volta.
Non ricordavo molte facce, lo ammetto. Ma la cosa che mi ha lasciato veramente stupita è stata la grande confidenza che si è creata tra noi. Tutti abbiamo avuto problemi, drammi e figli e cambiato casa e lavori. Senza falsi pudori, senza volere essere qualcosa che non siamo, senza competizioni. Partecipazione ed affetto. Quei momenti, i ricordi del primo dolore per tutti, la perdita di un compagno a 7 anni, ha sparso una atmosfera di complicità. Consapevoli che la severità del nostro maestro ci ha dato una marcia in più. Siamo ormai parte di mondi lontanis ma per una sera siamo stati di nuovo lì fuori dal grande portone di legno della nostra scuola con i grembuli ormai stropicciati e macchiati, dove ci siamo salutati per andare incontro alla vita, quella vita che ora stiamo vivendo.

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